Pubblichiamo di seguito un intervento dell’avvocato Nunzio Leone, membro del Comitato tecnico scientifico di Assidal, sul Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con proprio decreto (il n. 195 del 17 dicembre 2024) ha approvato (e tanto costituisce indubbiamente una novità, una sorta di prima volta) il “Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro” che reca quale sottotitolo, impegnativo e valoriale,  “per un’Italia più giusta e sicura”.

Il DM n. 195/24, che muove, come si evince dalla lettura dello stesso, dalla “necessità di procedere all’adozione di un Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro che contempli misure straordinarie di immediata applicazione ed attività mirate per specifiche aree di intervento”,  è immediatamente operativo e si colloca quale strumento innovativo e connota come fattore certamente di svolta, dal momento che salute e sicurezza non vengono letti ed analizzati come un mero adempimento normativo, ma considerati quali elementi essenziali che accompagnano la vita quotidiana, lo studio e il lavoro.

Si avverte, senza dubbio, una nuova vision sul tema, dal momento che il Piano viene concepito per promuovere azioni e programmi, tutti finalizzati al rafforzamento della cultura della sicurezza all’interno di tutti gli ambiti produttivi, superando anguste interpretazioni giuridica ma aprendosi come strumento di tutela concreta e partecipata.

Il Ministero del Lavoro ha individuato delle partnership, l’INL (Ispettorato nazionale del lavoro) l’INAIL e l’INPS (o coinvolto nelle campagne informative) ed insieme verranno allestiti e posti in essere, con modalità coordinate, interventi orientati sia alla formazione che alla vigilanza.

Tuttavia, non è lontano dal vero chi afferma che ci troviamo ad operare sul terreno del colpo di scena che ignora l’esistente: ovvero ignora i percorsi già tracciati da decenni di esperienza nel campo della prevenzione, ma ignora anche i danni causati da decenni di trascuratezza e di volontaria sottovalutazione, che ha visto metodicamente non considerare le proposte in grado di affrontare le vere criticità del Sistema prevenzione nel nostro Paese. Proposte avanzate da professionisti, da coloro che operano sul campo e che gestiscono da decenni vigilanza e supporto alle imprese (esperti, operatori della prevenzione, Regioni), ma anche Organizzazioni sindacali, strutture della bilateralità.

Il Piano coltiva l’obiettivo di affrontare il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso una sinergia da attivare tra le diverse istituzioni coinvolte, favorendo il dialogo e il confronto proattivo tra imprese e lavoratori, ponendo l’accento su un concreto cambio di paradigma che punta diritto alla riduzione degli infortuni e delle malattie professionali.

Una tale sinergia, in uno con l’immediata applicazione delle misure, potrà generare ad esempio:

  • Riduzione significativa di infortuni e malattie professionali: attraverso controlli più efficaci, formazione mirata e una diffusione capillare della cultura della prevenzione, il Piano mira a un deciso calo degli eventi dannosi, con impatti diretti sull’incolumità e sulla qualità della vita dei lavoratori.
  • Maggiore competitività e stabilità delle imprese: investire in sicurezza non solo previene incidenti, ma rafforza l’immagine aziendale, riduce i costi legati all’assenteismo e migliora la produttività. Ciò rende le imprese più solide e attrattive, a beneficio dell’intero sistema economico.
  • Aumento della consapevolezza tra le nuove generazioni: attraverso iniziative rivolte ai giovani, comprese quelle nelle scuole e nei percorsi formativi, il Piano punta a radicare fin dall’età scolare il valore del rispetto delle norme di sicurezza, creando così futuri lavoratori e datori di lavoro più responsabili.
  • Più efficacia della vigilanza e contrasto alle irregolarità: l’interscambio di dati tra gli enti coinvolti consentirà di identificare con maggiore rapidità i contesti a rischio, ottimizzando l’azione ispettiva e garantendo maggiore legalità e trasparenza nei settori produttivi.

Vengono individuate alcuni obiettivi sfidanti:

  • Sensibilizzare e formare giovani e lavoratori;
  • Sostenere le imprese nell’adozione di misure di sicurezza;
  • Contrastare il lavoro nero, irregolare e il caporalato attraverso controlli mirati;
  • Rafforzare le tutele per tutti i soggetti coinvolti.

Per realizzare questi obiettivi il Piano si concentra su cinque aree strategiche:

  1. Prevenzione e promozione: azioni per diffondere una cultura della sicurezza.
  2. Campagne informative: per sensibilizzare su rischi e soluzioni.
  3. Programmi dedicati ai giovani: per radicare una mentalità responsabile sin dall’età scolare.
  4. Vigilanza straordinaria: interventi mirati per settori critici.
  5. Interscambio di dati: ottimizzazione delle attività ispettive attraverso la condivisione di informazioni tra enti.

La durata del Piano viene fissata in un anno, dall’1 gennaio al 31 dicembre 2025 ed esso verrà costantemente monitorato per valutarne l’efficacia e aggiornato per rispondere alle esigenze emergenti.

Il Piano, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, delle imprese, dei lavoratori, delle scuole e delle comunità concorre a dar vita ad un ecosistema di sicurezza, che contempla alcuni benefici, tra i quali:

  • Riduzione significativa di infortuni e malattie professionali, grazie a controlli più efficaci, formazione mirata e una maggiore diffusione della cultura della prevenzione.
  • Maggiore competitività delle imprese, che potranno rafforzare la loro solidità economica e immagine investendo in sicurezza.
  • Crescita della consapevolezza tra le nuove generazioni, attraverso progetti educativi e percorsi formativi che instillino il valore della sicurezza.
  • Migliore efficacia della vigilanza, con un contrasto più rapido e incisivo alle irregolarità grazie all’integrazione delle banche dati.

Questo Piano rappresenta un impegno concreto per migliorare la qualità della vita e del lavoro in Italia, contribuendo a costruire un futuro più sicuro e sostenibile per tutti.

Il Piano prevede la realizzazione di campagne straordinarie di vigilanza adattate a ciascun contesto territoriale, tenendo conto della specificità e delle condizioni socio-occupazionali.

Verrà avviata in particolare nei settori produttivi ad alto rischio l’Operazione STOP (Sicurezza di Tutti gli OPeratori). I settori produttivi ad alto rischio individuati, prioritariamente sono: edilizia, agricoltura, impianti di depurazione, trattamento acque reflue, reti fognarie ed impianti biogas.

In edilizia sarà posta particolare attenzione alla catena degli appalti e subappalti e al loro coordinamento. Gli accertamenti riguarderanno non soltanto le condizioni di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro ma anche la corretta instaurazione e gestione dei rapporti di lavoro. Per le grandi opere sarà garantita l’operatività dei protocolli di legalità, che recepiscono alcune pratiche quali il rafforzamento delle previsioni relative alla tracciabilità sia delle imprese presenti in cantiere articolate nella ‘anagrafe degli esecutori’ sia dei lavoratori impiegati con i ‘settimanali di cantiere’ e la registrazione degli orari di lavoro di tutti i dipendenti con tesserino di identificazione.

Infine si verificherà la Patente a crediti e i risultati cui ha dato esito per le imprese e i lavoratori autonomi.

Quale commento conclusivo possiamo dire che il Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, invero inatteso, possa essere considerato un passo fondamentale verso una tutela più efficace e consapevole per tutti i lavoratori.

E’ agevole apprezzare l’approccio innovativo e sinergico dello strumento di pianificazione, che sta a testimoniare un’importante opportunità per promuovere una cultura della sicurezza che coinvolga ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa.

Gli operatori, tutti gli attori del sistema delle 3P, come vengono indicate nel Piano, Prevenzione, Promozione e Protezione, sono impegnati da anni su questo fronte di impegno civile, sociale e professionale, si dichiarano pronti a collaborare, con tutta la strumentazione e la sensibilizzazione necessaria, per tradurre gli obiettivi del Piano in risultati concreti ed apprezzabili, così come ci ha ricordato il presidente della Repubblica nel discorso di fine anno: “rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. L’ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte. Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali – tutti – si possono e si devono prevenire”.

Avvocato Nunzio Leone
Membro del Comitato tecnico scientifico di Assidal