“La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità costante, non un faro che si accende solo di fronte a tragedie come questa. Servono azioni strutturali. Ogni giorno, infatti, il nostro Paese è teatro di incidenti sul lavoro, molti dei quali mortali, un dramma che non possiamo permetterci di ignorare”. Lo afferma Giuseppe Ciarcelluto, presidente di Assidal, l’associazione nazionale che dal 2014 si occupa di promuovere la cultura della salute e della sicurezza sul lavoro, a proposito dell’incidente avvenuto nel deposito Eni di Calenzano.
“L’esplosione avvenuta al deposito Eni, che ha purtroppo causato vittime e gravi danni – sottolinea Ciarcelluto – riporta al centro del dibattito pubblico il tema cruciale della sicurezza nei luoghi di lavoro e, in particolare, negli stabilimenti classificati a rischio incidente rilevante, in base alla direttiva Seveso. Negli stabilimenti di quel tipo è fondamentale settorializzare le lavorazioni, evitando la promiscuità e la sovrapposizione di attività ad alto rischio. Se le prime ricostruzioni saranno confermate, ciò dimostrerebbe quanto sia essenziale mantenere la separazione tra operazioni quali, ad esempio, il rifornimento delle autobotti e la manutenzione impiantistica”.
Corrado Palestini, membro del Comitato tecnico scientifico di Assidal e Head Corporate Hse di Fater Spa, sottolinea come le aziende a rischio incidente rilevante debbano disporre di un sistema di gestione della sicurezza solido e costantemente controllato. “Nei siti normativa Seveso, la sicurezza si basa su tre pilastri fondamentali: sicurezza impiantistica, manutenzione e formazione – afferma – Gli impianti devono essere progettati con adeguati sistemi di sicurezza e mantenuti attraverso un rigoroso piano di ispezioni e controlli. Le procedure, inoltre, devono essere applicate con scrupolo e il personale deve essere adeguatamente formato e informato. In questo contesto, il ruolo del servizio di prevenzione, o Hse, è cruciale, perché crea le giuste competenze sia tra gli operatori che tra i preposti alla vigilanza. Un servizio di prevenzione che non funziona – conclude Palestini – espone l’azienda a rischi enormi”.